San Domenico e le origini del Rosario

Il Salterio Mariano era una preghiera sviluppata dai Cistercensi, che consisteva nel pregare 150 Ave Maria divise in gruppi di 10 dai Padri Nostri. Si usava un rosario per tenere traccia delle Ave Maria. Non era però una preghiera meditativa, né una preghiera che sarebbe stata “predicata”. Maria rivelò a San Domenico quali misteri dovevano essere predicati per corrispondere alle preghiere del Salterio: storie della vita di Cristo che contraddicevano direttamente l’eresia degli Albigesi concentrandosi sull’incarnazione, la morte e la resurrezione trionfante di Gesù Cristo.

Come disse P. Reginald Garrigou-LaGrange, grande teologo domenicano del XX secolo, “Ciò che la parola del predicatore non era in grado di fare, la dolce preghiera dell’Ave Maria lo faceva per i cuori”. Alla fine, quella “dolce preghiera” sarebbe stata chiamata il Rosario – una “corona di rose” che avrebbe portato a innumerevoli conversioni e miracoli, non ultimo il superamento dell’eresia albigese.

Papa Leone XIII disse: “Grazie a questo nuovo metodo di preghiera… la pietà, la fede e l’unione cominciarono a ritornare; e il progetto e gli artifici degli eretici a cadere a pezzi.”

Nel 1213, solo cinque anni dopo che San Domenico aveva ricevuto il Rosario, le forze cattoliche sotto il comando congiunto del conte Simon de Montfort e di San Domenico si misero a combattere gli Albigesi a Muret, una piccola città vicino a Tolosa, in Francia. Gli albigesi erano determinati a conquistare la Francia, diffondendo ulteriormente il loro credo eretico. I cattolici, naturalmente, erano determinati a combattere per Cristo. Sfortunatamente, i rinforzi non erano arrivati per le forze cattoliche, e i numeri erano desolanti. I cattolici avevano solo 1500 uomini, mentre il loro nemico ne aveva 30.000.

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