Psicoterapia junghiana

Carl Jung è ben noto come il capostipite della psicologia analitica. Credeva che l’espressione religiosa si manifestasse dal desiderio della psiche di uno stato equilibrato di coscienza e incoscienza simultaneamente. Jung passò molti anni a studiare e praticare con Sigmund Freud, ma questa specifica teoria li portò a separarsi. Jung ipotizzò che l’inconscio collettivo fosse condiviso da tutte le persone. Il fondamento di questa teoria era basato su specifici archetipi e modelli che dettano il modo in cui le persone elaborano le immagini psichiche. Nel corso della storia e attraverso tutte le culture, la mitologia e lo studio dei sogni hanno mantenuto un filo comune. Jung credeva che ogni persona si sforza di raggiungere l’interezza raggiungendo un’armonia all’interno della coscienza e dell’inconscio e che questo può essere realizzato attraverso lo studio dei sogni.

  • Concetti di psicoterapia junghiana
  • Psicologia del profondo
  • Psicologia archetipica
  • Influenza di Jung sulla psicologia psicodinamica
  • Strumenti moderni di valutazione

Concetti di psicoterapia junghiana

  • Inmaginazione attiva: Jung ha creato il concetto di immaginazione attiva come un modo per descrivere il ponte tra l’inconscio e la coscienza. Usando l’immaginazione, la fantasia, i sogni e la meditazione, un cliente è in grado di portare il suo inconscio nel presente attraverso la narrazione o l’azione. L’immaginazione attiva si basa sull’osservazione non diretta del cliente della sua immaginazione o dei suoi sogni, non su un’immagine prevista dei suoi desideri.
  • Individuazione: L’individuazione è un processo della psicologia analitica, attraverso il quale un individuo si sviluppa in chi è veramente destinato ad essere. Gli individui con difficoltà emotive spesso si sentono come se vivessero vite frammentate, disgiunte, piene di vari gradi di esperienze emotive. Il progresso è spesso compromesso a causa del conflitto interiore e dell’autosabotaggio derivante dalla segregazione dei diversi sé all’interno di una persona. L’individuazione implica l’integrazione di tutte le esperienze passate positive e negative di una persona in modo tale che la persona possa vivere una vita sana, produttiva ed emotivamente stabile. L’individuazione permette a una persona di diventare unica ed essenzialmente individuale dagli altri esseri umani e dall’inconscio collettivo. Il processo di individuazione avviene attraverso vari metodi, tra cui l’interpretazione dei sogni e l’immaginazione attiva, e dà vita a un individuo maturo, olisticamente sano e armonioso.
  • Inconscio collettivo: Jung fu il primo a usare il termine inconscio collettivo come mezzo per descrivere un’espressione dell’inconscio che è esibita da ogni essere vivente con un sistema nervoso. Piuttosto che possedere solo esperienze della nostra storia personale o della nostra psiche, l’inconscio collettivo organizza tutte le esperienze all’interno di una specie. Jung credeva che l’inconscio collettivo fosse ereditato ed inerente ad ogni essere, piuttosto che un risultato di eventi specifici. L’inconscio collettivo contiene immagini mentali che non possono essere spiegate storicamente o attraverso l’esperienza, ma esistono solo come un sottoprodotto evolutivo.
  • “Logos” nelle teorie di Jung: Jung usava il termine logos anche nelle sue teorie filosofiche. Logos, secondo Jung, rappresentava il fatto o la ragione. Jung si riferiva spesso al contrasto tra conscio e inconscio come logos e mythos. Inoltre, Jung credeva che logos fosse la versione maschile della razionalità, mentre la controparte femminile, eros, rappresentava la disponibilità psichica o l’emozione.
  • Nekyia: Nekyia è una componente chiave dell’analisi di Jung. Nekyia, o il processo di scavare nell’inconscio, è, secondo Jung, un’azione deliberata e decisiva. Egli credeva che la Nekyia, un viaggio oscuro in un luogo pericoloso, fosse un processo necessario per raggiungere l’individuazione. Coloro che viaggiavano nelle profondità della loro psiche interiore e tornavano indietro erano molto meglio per averlo fatto.

La psicologia del profondo

La psicologia del profondo è uno dei molti approcci terapeutici derivati dalla psicologia junghiana. Questo metodo si basa sulla scoperta dei motivi che stanno dietro i problemi mentali come mezzo per trattarli. Durante la psicologia del profondo, un terapeuta lavora con un cliente per rivelare la fonte del suo problema, piuttosto che i sintomi associati ad esso. Una volta identificati, i motivi disadattivi possono essere trasformati, dando luogo a pensieri e comportamenti più sani e positivi.

Uno dei fenomeni che esiste nella psicologia del profondo è quello del “guaritore ferito”. Quando un terapeuta lavora con un cliente che ha ferite emotive simili, il terapeuta diventa consapevole di questa dinamica e può inavvertitamente trasferire le sue ferite al cliente. Questo processo di controtransfert può essere dannoso sia per il terapeuta che per il cliente perché espone il terapeuta alle ferite del suo cliente, infettando così potenzialmente il processo terapeutico.

Psicologia Archetipica

Fondata in archeologia e antropologia, la psicologia archetipica è una delle strategie che è spesso usata per scoprire le motivazioni inconsce. Jung ha studiato come le religioni storiche, le divinità e le favole hanno influenzato il senso di sé di un individuo. La psicologia archetipica teorizza che i sogni e la psiche di una persona sono intrecciati con le sue credenze e che questa unione è ciò che forma i suoi comportamenti, pensieri ed emozioni. L’archetipo è il simbolo delle esperienze di vita collettive di un individuo e determina le scelte, sia consce che inconsce, che una persona fa. La psicologia archetipica si concentra sull’anima di una persona e Jung e i suoi predecessori trovarono somiglianze tra gli archetipi delle leggende e la spinta che è la motivazione umana. Oggi, gli psicologi archetipici considerano ancora gli archetipi una forza prominente nello sviluppo del costrutto psicologico di un individuo.

L’influenza di Jung sulla psicologia psicodinamica

Anche se Jung non fu il fondatore della psicodinamica, influenzò il campo in modo drammatico con i suoi contributi. Jung credeva che la psiche, o l’anima, fosse spinta verso l’individuazione. La sua psicologia psicodinamica ruotava intorno agli archetipi all’interno dell’inconscio collettivo, così come l’inconscio personale e l’ego. Jung credeva anche nella funzione trascendente, che era una diffusione degli archetipi nell’inconscio collettivo. Le teorie psicodinamiche di Jung includevano il riconoscimento di una presenza spirituale all’interno di ogni persona, così come vari elementi organizzatori all’interno della psiche. Insieme, questi elementi e archetipi potevano a volte scoppiare in disaccordo, causando un conflitto interno.

Strumenti moderni di valutazione

Le teorie di Jung hanno anche influenzato molti degli strumenti di valutazione usati oggi in psicoterapia. Il Myers-Briggs Type Indicator (MBTI), sviluppato da Isabel Briggs Myers e Katharine Cook Briggs, era basato sulle teorie esplorate da Jung nel suo libro Psychological Types. Questo strumento di personalità è una delle misure più comunemente usate in tutto il mondo oggi.

Un’altra misura, il Jungian Type Index (JTI), sviluppato nel 2001, è stato progettato da Hallvard E. Ringstad e Thor Odegard per fornire una valutazione più accurata del metodo preferenziale di elaborazione psicologica di una persona. La JTI è basata sulle funzioni psicologiche specifiche delineate da Jung ed è presentata in un modo più conciso e universalmente comprensibile. Il JTI ha sostituito l’MBTI in diversi paesi, ed è visto come un’opzione valida e più accessibile per misurare la personalità psicologica. Un’altra variazione di questi test è il Keirsey Temperament Sorter. Sebbene sia anche vagamente basato sulle teorie di Jung, il suo contenuto e la sua applicazione variano notevolmente sia dal JTI che dal MBTI.

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