Sinagoga, anche scritto sinagoga, nel giudaismo, una casa comunitaria di culto che serve come luogo non solo per i servizi liturgici ma anche per l’assemblea e lo studio. Le sue funzioni tradizionali si riflettono in tre sinonimi ebraici per sinagoga: bet ha-tefilla (“casa di preghiera”), bet ha-kneset (“casa di assemblea”), e bet ha-midrash (“casa di studio”). Il termine sinagoga è di origine greca (synagein, “riunire”) e significa “un luogo di assemblea”. La parola yiddish shul (dal tedesco Schule, “scuola”) è anche usata per riferirsi alla sinagoga, e in tempi moderni la parola tempio è comune tra alcune congregazioni riformiste e conservatrici.
La più antica testimonianza datata di una sinagoga è del III secolo a.C., ma le sinagoghe hanno senza dubbio una storia più antica. Alcuni studiosi pensano che la distruzione del Tempio di Salomone a Gerusalemme nel 586 a.C. abbia dato origine alle sinagoghe dopo che le case private furono temporaneamente utilizzate per il culto pubblico e l’istruzione religiosa.
Altri studiosi fanno risalire l’origine delle sinagoghe all’usanza ebraica di far pregare insieme i rappresentanti delle comunità fuori Gerusalemme durante il periodo di due settimane in cui i rappresentanti sacerdotali della loro comunità partecipavano ai sacrifici rituali nel Tempio di Gerusalemme.
Qualunque sia la loro origine, le sinagoghe fiorirono accanto all’antico culto del Tempio ed esistevano molto prima che i sacrifici ebraici e il sacerdozio stabilito terminassero con la distruzione del Secondo Tempio da parte dell’imperatore romano Tito nel 70 ce. Da allora le sinagoghe assunsero un’importanza ancora maggiore come punto focale incontrastato della vita religiosa ebraica.
La letteratura del I secolo ce fa riferimento a numerose sinagoghe non solo in Palestina ma anche a Roma, Grecia, Egitto, Babilonia e Asia Minore. Verso la metà di quel secolo, tutte le comunità ebraiche importanti avevano una sinagoga dove si tenevano regolari servizi mattutini, pomeridiani e serali, con liturgie speciali il sabato e le feste religiose.
Le sinagoghe moderne svolgono le stesse funzioni di base associate alle sinagoghe antiche, ma hanno aggiunto programmi sociali, ricreativi e filantropici secondo i tempi. Sono essenzialmente istituzioni democratiche stabilite da una comunità di ebrei che cercano Dio attraverso la preghiera e gli studi sacri. Poiché la liturgia non prevede sacrifici, non è richiesto alcun sacerdozio per il culto pubblico. Poiché ogni sinagoga è autonoma, la sua costruzione, la sua manutenzione, il suo rabbino e i suoi funzionari riflettono i desideri della comunità locale.
Non esiste un’architettura sinagogale standard. Una sinagoga tipica contiene un’arca (dove sono conservati i rotoli della Legge), una “luce eterna” che arde davanti all’arca, due candelabri, banchi e una piattaforma rialzata (bimah), dalla quale vengono letti i passi scritturali e dalla quale, spesso, si svolgono le funzioni. La segregazione di uomini e donne, una pratica che è ancora osservata nelle sinagoghe ortodosse, è stata abbandonata dalle congregazioni riformiste e conservatrici. Un bagno rituale (mikvah) si trova talvolta nei locali.