Arts & Culture
Nella sua intervista su Art of Fiction nel nostro nuovo numero autunnale, Alice McDermott rivela che attualmente è al lavoro su un romanzo molto breve. Il formato l’ha incuriosita a lungo, e lei ha tenuto una classe sull’argomento ai suoi studenti di M.F.A. alla Johns Hopkins University. “Divido la lista di lettura in tre categorie sciolte: A Day in the Life, An Inciting Incident e A Life. Leggiamo tre romanzi in ogni categoria, e poi gli studenti iniziano i loro romanzi brevi, usando queste categorie un po’ fungibili come guide strutturali”, dice. “La cosa meravigliosa dell’insegnamento del romanzo breve è che la struttura è tutto, e spesso è più evidente che in un lungo e tortuoso cinquecento pagine”. Le abbiamo chiesto di condividere alcuni dei suoi romanzi brevi preferiti qui sotto.
Un giorno nella vita
Seize the Day di Saul Bellow
Questo è un romanzo che si avvia verso una conclusione scontata (pagina 2: “Oggi aveva paura. Era consapevole che la sua routine stava per spezzarsi e sentiva che un enorme guaio, a lungo presagito ma fino ad ora senza forma, era in arrivo”) senza mai perdere il senso di speranza disperata, caffeinata e sempre accesa del suo protagonista, lo sciatto, piagnucoloso, deluso, esausto, accattivante Tommy Wilhelm. È tutto nel linguaggio: non c’è quasi una frase in questo romanzo, quasi un dettaglio che non ti faccia soffrire il cuore.
Un giorno nella vita di Ivan Denisovich di Alexander Solzhenitsyn
Un romanzo che dimostra che la lentezza non è necessariamente un peggioramento. Il gelido arrancare di Ivan Denisovich Shukov attraverso questa lunga, fredda, giornata di routine in un campo di lavoro siberiano ingrandisce un dramma straziante: la lotta per trovare cibo, per lavorare, per stare fuori dai guai, per rimanere umani nella più disumana delle circostanze. Meno celebrato di una volta, questo romanzo è più di un artefatto storico o un tratto politico, è un’agghiacciante (letteralmente) opera d’arte.
Mrs. Dalloway di Virginia Woolf
Sono stato sorpreso di scoprire che molti lettori non pensano a questo come a un romanzo breve, sebbene sia poco meno di duecento pagine (il mio criterio arbitrario). Senza dubbio la ricchezza del suo linguaggio, i suoi molti personaggi e trame, i suoi mutevoli punti di vista, lo fanno sembrare più lungo a posteriori.
Ma è proprio la brevità del romanzo che permette al lettore di sentire, come una nota trattenuta, il suono dell’ultima parola nella sua famosa prima riga: “La signora Dalloway disse che avrebbe comprato lei stessa i fiori”, così come si riverbera (anche se solo al nostro orecchio inconscio) nell’ultima frase del romanzo, “Perché lei era lì.”
Un incidente incitante
Cronaca di una morte annunciata di Gabriel Garcia Marquez
Ecco un’illustrazione, per qualsiasi scrittore che la cerchi, dell’osservazione di E. M. Forster che in qualsiasi narrazione, un senso di inevitabilità dovrebbe dominare tutto. “La mattina in cui dovevano ucciderlo, Santiago Nasar si alzò alle cinque e mezzo del mattino per aspettare la barca su cui stava arrivando il vescovo. Inevitabilità – credi?
So Long, See You Tomorrow di William Maxwell
Che miglior incitamento del suono di uno sparo. Ma è un segno della ricca complessità del compassionevole e ben raccontato racconto di Maxwell sui fittavoli nel Midwest del primo Novecento che gli studenti della mia classe discutono all’infinito sul vero incidente: è lo sparo, il primo incontro dei due amanti, l’amicizia tra i contadini, l’amicizia tra i ragazzi, il matrimonio del padre del narratore, la morte di sua madre? Questo dibattito sulle conseguenze rispecchia il tentativo del narratore di capire come ognuno di noi possa vivere la propria vita “senza essere distrutto” da ciò che non è stato fatto da noi.
Ethan Frome di Edith Wharton
Se riuscite a dimenticare tutto ciò che avete provato o sentito su questo romanzo quando (se) ve lo hanno fatto leggere al liceo, sarete maggiormente in grado di apprezzarne la genialità. Qui c’è il paesaggio e il carattere e, sì, quel senso di inevitabilità, magistralmente manipolato in modo che i momenti di gioia, di bellezza, di speranza, appaiano in modo convincente, anche se non perdiamo mai di vista quel senso di sventura. Questa scrittrice sapeva il fatto suo.
Una vita
Maud Martha di Gwendolyn Brooks
Un romanzo breve di un poeta e come tale c’è tanto detto negli spazi, nei silenzi, quanto in ogni episodio e scena. Un romanzo breve con più vita – dura, bella, luttuosa, celebrativa – di molti fermaporta. Non una vita intera, seguiamo Maud Martha solo dall’infanzia alla sua gravidanza con il secondo figlio, ma respiro e battito del cuore e vita momento per momento. Questo è uno di quei romanzi che non dovreste mai sezionare, un romanzo di linguaggio e immagine, e verità.
Train Dreams di Denis Johnson
Selvaggio e strano – è Denis Johnson – ma anche tra i più umani e compassionevoli dei suoi romanzi. Per tutta la sua vivacità, c’è qualcosa di taciturno, vagamente stupito, nella voce qui, che si adatta bene alla storia di vita di un lavoratore nel selvaggio e rapido cambiamento del West americano. Bellezza naturale e duro realismo, il vividamente fantastico, il tragico, il mondano, un tempo passato per sempre. Tutto in poco più di cento pagine.
The Buddha in the Attic di Julie Otsuka
Compresso eppure incredibilmente espansivo, questo breve romanzo usa il we collettivo per evocare la vita delle donne giapponesi portate a San Francisco all’inizio del ventesimo secolo come “spose immagine”. Il coro che ne risulta è ipnotizzante. L’esperienza di ogni donna rimane unica e distintiva anche se le loro voci si combinano per formare un tutto – un tutto che sale e scende e poi, abilmente, tragicamente, svanisce e scompare. Un libro per ricordare all’aspirante scrittore di romanzi brevi di correre un rischio, uno che potresti non avere il coraggio di prendere in un lavoro più lungo. Che il rischio riesca o meno, non sarà per molto tempo.