San Giovanni Apostolo

Immagine: Dettaglio del pannello centrale di un trittico | Crocifissione con la Vergine e San Giovanni Giovanni | Pietro Perugino | foto di The Yorck Project

Santo del giorno per il 27 dicembre

(6 – 100)
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Storia di San Giovanni Apostolo

È Dio che chiama; gli uomini rispondono. La vocazione di Giovanni e di suo fratello Giacomo è dichiarata molto semplicemente nei Vangeli, insieme a quella di Pietro e di suo fratello Andrea: Gesù li ha chiamati; essi li hanno seguiti. L’assolutezza della loro risposta è indicata dal racconto. Giacomo e Giovanni “erano in una barca, con il loro padre Zebedeo, a riparare le reti. Egli li chiamò e subito essi lasciarono la loro barca e il loro padre e lo seguirono” (Matteo 4:21b-22).

Per i tre ex pescatori – Pietro, Giacomo e Giovanni – quella fede doveva essere ricompensata da una speciale amicizia con Gesù. Solo loro ebbero il privilegio di essere presenti alla Trasfigurazione, alla risurrezione della figlia di Giairo e all’agonia nel Getsemani. Ma l’amicizia di Giovanni fu ancora più speciale. La tradizione gli assegna il Quarto Vangelo, anche se la maggior parte dei moderni studiosi delle Scritture ritiene improbabile che l’apostolo e l’evangelista siano la stessa persona.

Lo stesso Vangelo di Giovanni si riferisce a lui come “il discepolo che Gesù amava” (vedi Giovanni 13:23; 19:26; 20:2), colui che si stese accanto a Gesù nell’Ultima Cena, e colui al quale Gesù concesse lo squisito onore di prendersi cura di sua madre, mentre Giovanni stava sotto la croce. “Donna, ecco il tuo figlio…. Ecco tua madre” (Giovanni 19:26b, 27b).

A causa della profondità del suo Vangelo, Giovanni è solitamente pensato come l’aquila della teologia, che si libra in regioni elevate in cui altri scrittori non sono entrati. Ma i Vangeli, sempre più profondi, rivelano alcuni tratti molto umani. Gesù diede a Giacomo e Giovanni il soprannome di “figli del tuono”. Mentre è difficile sapere esattamente cosa significasse, un indizio è dato in due incidenti.

Nel primo, come racconta Matteo, la loro madre chiese che potessero sedere nei posti d’onore nel regno di Gesù – uno alla sua destra, uno alla sua sinistra. Quando Gesù chiese loro se potevano bere il calice che lui avrebbe bevuto ed essere battezzati con il suo battesimo di dolore, essi risposero allegramente: “Possiamo!”. Gesù disse che avrebbero davvero condiviso il suo calice, ma quello seduto alla sua destra non era suo da dare. Era per coloro ai quali era stato riservato dal Padre. Gli altri apostoli erano indignati per l’ambizione sbagliata dei fratelli, e Gesù colse l’occasione per insegnare loro la vera natura dell’autorità: “…chi vuole essere il primo tra voi sarà vostro schiavo”. Così il Figlio dell’uomo non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la sua vita in riscatto per molti” (Matteo 20:27-28).

In un’altra occasione, i “figli del tuono” chiesero a Gesù se non dovessero far scendere fuoco dal cielo sugli inospitali Samaritani, che non volevano accogliere Gesù perché stava andando a Gerusalemme. Ma Gesù “si voltò e li rimproverò” (vedi Luca 9:51-55).

Nella prima Pasqua, Maria Maddalena “corse e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo che Gesù amava, e disse loro: ‘Hanno portato via il Signore dalla tomba e non sappiamo dove l’hanno messo'” (Giovanni 20:2). Giovanni ricorda, forse con un sorriso, che lui e Pietro correvano fianco a fianco, ma poi “l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e arrivò al sepolcro per primo” (Giovanni 20:4b). Non entrò, ma aspettò Pietro e lo lasciò entrare per primo. “Allora entrò anche l’altro discepolo, quello che era arrivato per primo al sepolcro, e vide e credette” (Giovanni 20:8).

Giovanni era con Pietro quando avvenne il primo grande miracolo dopo la Resurrezione – la guarigione dell’uomo storpio dalla nascita – che li portò a passare la notte in prigione insieme. La misteriosa esperienza della risurrezione è forse meglio contenuta nelle parole degli Atti: “Osservando l’audacia di Pietro e Giovanni e vedendoli come uomini semplici e non istruiti, si stupirono e li riconobbero come compagni di Gesù” (Atti 4:13).

L’apostolo Giovanni è tradizionalmente considerato l’autore anche di tre lettere del Nuovo Testamento e del Libro dell’Apocalisse. Il suo Vangelo è un racconto molto personale. Egli vede il glorioso e divino Gesù già negli episodi della sua vita mortale. Nell’ultima cena, il Gesù di Giovanni parla come se fosse già in cielo. Quello di Giovanni è il Vangelo della gloria di Gesù.

Riflessione

C’è molta strada dall’essere desiderosi di sedere su un trono di potere o di far scendere il fuoco dal cielo per diventare l’uomo che poteva scrivere: “Il modo in cui abbiamo conosciuto l’amore è che egli ha dato la sua vita per noi; così noi dobbiamo dare la vita per i nostri fratelli” (1 Giovanni 3:16).

Santo Giovanni Apostolo è il Santo Patrono di:

Turchia

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