Questo articolo rappresenta uno sforzo per esplorare l’origine e le relazioni evolutive delle popolazioni native andine utilizzando un approccio multidisciplinare. L’evidenza archeologica e linguistica è brevemente rivista. Un’analisi della distanza genetica tra i principali raggruppamenti linguistici e tra le popolazioni native andine e amazzoniche, insieme alle informazioni ottenute da fonti archeologiche e linguistiche, è stata utilizzata per generare un modello di migrazione. Si suggerisce che nel tardo Pleistocene un gruppo di cacciatori nomadi entrò in Sud America attraverso l’istmo di Panama e si divise in seguito in due gruppi, uno che si spostò verso sud nelle aree andine centrali e meridionali e dopo aver attraversato gli altipiani colombiani, equadoregni e peruviani, fino a raggiungere l’Argentina nord-occidentale, il paese del parco aperto del Brasile orientale e le Pampas argentine. Il secondo gruppo migrò verso est in Venezuela e Guyana e più tardi verso sud, popolando l’Amazzonia brasiliana. Seguendo i corsi d’acqua disponibili, gli indiani amazzonici si espansero verso est e verso ovest, arrivando probabilmente alle pendici orientali delle Ande circa 3.500 anni fa. Si ipotizza che gli attuali nativi andini siano discendenti dei gruppi amazzonici che migrarono verso est.