Linda Brown necrologio

La decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti del 1954 in Brown contro Board of Education è stata una pietra miliare nella lotta per i diritti civili in America, e Linda Brown, che è morta all’età di 75 anni, era al suo centro. Tutto iniziò nel settembre del 1950, quando Linda, sette anni, camminò con suo padre Oliver per iscriversi alla terza elementare alla scuola Sumner, a pochi isolati dalla loro casa in un quartiere integrato di Topeka, Kansas.

Linda aveva frequentato la scuola elementare Monroe in un quartiere nero a una corsa di autobus. Voleva andare a scuola vicino con i suoi amici e, come ha ricordato sua madre Leola, “suo padre le disse che avrebbe fatto del suo meglio per fare qualcosa al riguardo”. Ma le scuole elementari di Topeka erano segregate.

Oliver Brown, un saldatore della ferrovia Atchison Topeka and Sante Fe, era anche un pastore della loro chiesa locale African Methodist Episcopal Zion, ed era uno dei 13 genitori neri che furono incoraggiati dalla National Association for the Advancement of Coloured People (NAACP) a cercare di iscrivere i loro figli delle quattro scuole nere di Topeka in alcune delle 18 scuole tutte bianche. Naturalmente fu respinto, e Linda ricordò mentre camminavano alacremente verso casa “come potevo sentire la tensione in lui”.

La NAACP intentò una causa, con la Brown, prima in ordine alfabetico, come querelante in Oliver Brown et al v Board of Education of Topeka.

Linda Brown nel 1953 fuori dalla scuola di Topeka che aveva rifiutato di iscriverla. Fotografia: The LIFE Images Collection/Getty Images

Si aggiunsero cause simili nel Delaware, nella Carolina del Sud, in Virginia e nel Distretto di Columbia, e tre anni dopo la corte suprema, tra cui un ex membro pentito del Ku Klux Klan, si pronunciò all’unanimità a favore dei Brown. Essi ribaltarono la sentenza Plessy contro Ferguson del 1896, che aveva approvato le strutture “separate ma uguali” per le razze, sulla base del fatto che tali disposizioni erano intrinsecamente diseguali e violavano le protezioni garantite dal 14° emendamento.

L’anno successivo, Rosa Parks avrebbe sfidato i posti a sedere segregati sugli autobus a Montgomery, Alabama. E sulla scia di Brown, che doveva essere attuato con “tutta la velocità deliberata”, arrivò una serie di drammatici scontri per l’integrazione scolastica: i Little Rock Nine in Arkansas nel 1957; Ruby Bridges a New Orleans, 1960, come immortalato nel dipinto di Norman Rockwell The Problem We All Live With; James Meredith nel 1962 all’Università del Mississippi.

Al tempo della decisione della Corte Suprema, Linda frequentava già una scuola media integrata a Topeka; timida e tranquilla, era al centro dell’attenzione indesiderata della stampa. Trovava divertente che i suoi compagni di scuola “non credessero che fossi io” ad essere così influente. Ma fu solo nel 1959, quando frequentava il liceo a Springfield, Missouri, dove la sua famiglia si era trasferita, che si rese conto che “cavolo, un giorno potrei essere nei libri di storia!”.

Sei dei bambini coinvolti nel caso, con Linda Brown terza da sinistra. Fotografia: The LIFE Images Collection/Getty Images

Nel 1961 suo padre morì per un colpo di calore durante una saldatura e sua madre tornò a Topeka. Linda studiò educazione precoce al Washburn College di Topeka e alla Kansas State University, si sposò e creò due figli.

Nel 1979, a nome dei suoi figli, si unì all’American Civil Liberties Union per riaprire il caso Brown v Board of Education, sostenendo che la desegregazione delle scuole di Topeka rimaneva incompleta. Non fu deciso fino al 1989, quando la corte suprema lasciò in piedi una sentenza della corte inferiore a favore dell’ACLU; un nuovo piano per l’integrazione non fu attuato fino al 1993. Nel 1994, nel 40° anniversario di Brown contro Board of Education, Linda disse a un intervistatore: “Ci sentiamo scoraggiati che 40 anni dopo stiamo ancora parlando di desegregazione. Ma la lotta deve continuare.”

Insegnava ai bambini piccoli e dava lezioni di piano, e suonava nel coro di St Mark’s, la chiesa dove suo padre era stato pastore. Sua sorella, Cheryl, fondò la Brown Foundation, per la quale Linda lavorò come consulente educativa e insegnò nei programmi Head Start per le famiglie svantaggiate. Nonostante la sua riluttanza a prendere i riflettori, fu un’abile oratrice pubblica sui diritti civili e sulle questioni educative.

Il suo primo matrimonio, con Charles Smith, finì con un divorzio. Il suo secondo marito, Leonard Buckner, e il terzo, William Thompson, l’hanno preceduta. Le sopravvivono la madre, due sorelle, Cheryl e Terry, un figlio, Charles, e una figlia, Kimberly, dal suo primo matrimonio.

– Linda Carol Brown Thompson, nata il 20 febbraio 1943; morta il 25 marzo 2018

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