Obiettivi: Sono stati pubblicati pochi rapporti sull’attuale gestione clinica dell’alloimmunizzazione anti-Kell in gravidanza; la sua bassa frequenza di comparsa significa che le poche lunghe serie pubblicate hanno coperto periodi di tempo molto ampi in cui si sono sovrapposti diversi tipi di gestione clinica. L’obiettivo del presente articolo è di presentare la nostra esperienza nella gestione clinica attuale delle donne incinte positive all’anticorpo anti-Kell.
Disegno dello studio: È stata realizzata un’analisi retrospettiva della casistica di donne incinte alloimmunizzate per l’antigene Kell che sono state studiate e/o trattate presso il Dipartimento di Medicina Fetale dell’Ospedale Universitario Virgen de las Nieves di Granada (Spagna), tra il 2000 e il 2004. La gestione clinica comprendeva la misurazione basale del titolo di anticorpi, l’identificazione del fenotipo paterno (e quello del feto, se necessario), il monitoraggio ultrasonografico del feto per rilevare i segni di anemia, il prelievo di sangue fetale tramite cordocentesi quando si sospettava un’anemia fetale e la trasfusione intravascolare fetale quando necessario.
Risultati: Delle 10 gravidanze con anticorpi anti-Kell, l’antigene Kell è stato confermato nel feto in tre casi, in tutti i quali si è sviluppata un’anemia fetale da moderata a grave, che ha richiesto trasfusioni intravascolari fetali. Anche se uno dei feti ha sviluppato idrope prenatale, è stato consigliato un buon risultato perinatale.
Conclusioni: L’attuale approccio all’alloimmunizzazione anti-Kell permette di trattare con successo le donne incinte che hanno feti Kell-positivi.