Diario, forma di scrittura autobiografica, una registrazione regolarmente tenuta delle attività e riflessioni del diarista. Scritto principalmente per il solo uso dello scrittore, il diario ha una franchezza che è diversa dalla scrittura fatta per la pubblicazione. Il suo antico lignaggio è indicato dall’esistenza del termine in latino, diarium, a sua volta derivato da dies (“giorno”).
La forma del diario cominciò a fiorire nel tardo Rinascimento, quando si cominciò a sottolineare l’importanza dell’individuo. Oltre alla loro rivelazione della personalità del diarista, i diari sono stati di immensa importanza per la registrazione della storia sociale e politica. Il Journal d’un bourgeois de Paris, tenuto da un anonimo prete francese dal 1409 al 1431 e continuato da un’altra mano fino al 1449, per esempio, è inestimabile per lo storico dei regni di Carlo VI e Carlo VII. Lo stesso tipo di attenzione agli eventi storici caratterizza i Memorials of the English Affairs dell’avvocato e parlamentare Bulstrode Whitelocke (1605-75) e il diario del marchese francese de Dangeau (1638-1720), che va dal 1684 alla sua morte. Il diarista inglese John Evelyn è superato solo dal più grande diarista di tutti, Samuel Pepys, il cui diario dal 1 gennaio 1660 al 31 maggio 1669, dà sia un quadro sorprendentemente franco delle sue debolezze e fragilità che un quadro sorprendente della vita a Londra, alla corte e al teatro, nella sua casa e nel suo ufficio della Marina.
Nel XVIII secolo, un diario di straordinario interesse emotivo fu tenuto da Jonathan Swift e inviato in Irlanda come The Journal to Stella (scritto 1710-13; pubblicato 1766-68). Quest’opera è un sorprendente amalgama di ambizione, affetto, arguzia e stravaganza. Il più notevole diario inglese della fine del XVIII secolo fu quello della romanziera Fanny Burney (Madame d’Arblay); fu pubblicato nel 1842-46. Il Journal of a Tour to the Hebrides (1785) di James Boswell, un vero diario anche se un po’ ampliato, fu uno dei primi ad essere pubblicato durante la vita del suo autore.
L’interesse per il diario aumentò notevolmente nella prima parte del XIX secolo, periodo in cui molti dei grandi diari, incluso quello di Pepys, furono pubblicati per la prima volta. Quelli di insolito interesse letterario includono il Journal di Sir Walter Scott (pubblicato nel 1890); i Journals di Dorothy Wordsworth (pubblicati dopo la sua morte nel 1855), che mostrano la sua influenza sul fratello William; e il diario di Henry Crabb Robinson (1775-1867), pubblicato nel 1869, con molto materiale biografico sulle sue conoscenze letterarie, tra cui Goethe, Schiller, Wordsworth e Coleridge. La pubblicazione postuma dei diari dell’artista russa Marie Bashkirtseff (1860-84) fece molto scalpore nel 1887, così come la pubblicazione del diario dei fratelli Goncourt, a partire dal 1888.
Nel XX secolo, il diario dell’esploratore Robert F. Scott (1910-12), il Diario di Katherine Mansfield (1927), il Diario in due volumi di André Gide (1939, 1954), Il diario di una ragazza di Anne Frank (1947), e il Diario in cinque volumi di Virginia Woolf (1977-84) sono tra gli esempi più notevoli.