Il 7 maggio 1998, l’azienda automobilistica tedesca Daimler-Benz, produttrice del famoso marchio di auto di lusso Mercedes-Benz, annuncia una fusione da 36 miliardi di dollari con la statunitense Chrysler Corporation.
L’acquisto di Chrysler, la terza più grande compagnia automobilistica americana, da parte della Daimler-Benz di Stoccarda ha segnato la più grande acquisizione da parte di un acquirente straniero di qualsiasi compagnia statunitense nella storia. Anche se commercializzato agli investitori come un’accoppiata alla pari, è presto emerso che Daimler sarebbe stato il partner dominante, con i suoi azionisti che possedevano la maggioranza delle azioni della nuova società. Per Chrysler, con sede a Auburn Hills, Michigan, la fine dell’indipendenza è stata una svolta sorprendente in una sorprendente storia di ritorno. Dopo un quasi crollo e un salvataggio da parte del governo nel 1979 che l’ha salvata dalla bancarotta, l’azienda è tornata in auge negli anni ’80 sotto la guida dell’ex dirigente Ford Lee Iacocca, in una rinascita stimolata in parte dall’enorme successo del suo minivan di tendenza.
La nuova società, DaimlerChrysler AG, ha iniziato a negoziare sulle borse di Francoforte e New York nel novembre successivo. Pochi mesi dopo, secondo un articolo del 2001 del New York Times, il prezzo delle azioni salì all’impressionante massimo di 108,62 dollari per azione. L’euforia si rivelò però di breve durata. Mentre Daimler era stata attratta dalla redditività dei minivan e delle Jeep di Chrysler, negli anni successivi i profitti andarono su e giù, e nell’autunno del 2003 il Chrysler Group aveva tagliato circa 26.000 posti di lavoro ed era ancora in perdita.
Nel 2006, secondo il Times, Chrysler ha registrato una perdita di 1,5 miliardi di dollari ed è scesa dietro Toyota al quarto posto nel mercato automobilistico americano. Questa perdita è arrivata nonostante il lancio sfarzoso dell’azienda di 10 nuovi modelli Chrysler quell’anno, con piani per svelarne altri otto. Il maggio successivo, tuttavia, dopo aver riferito di aver negoziato con General Motors una potenziale vendita, DaimlerChrysler annunciò che avrebbe venduto l’80,1% di Chrysler alla società di private equity Cerberus Capital Management per 7,4 miliardi di dollari. DaimlerChrysler, presto rinominata Daimler AG, ha mantenuto una partecipazione del 19,9 per cento nella nuova società, nota come Chrysler LLC.
Alla fine del 2008, le vendite sempre più misere hanno portato Chrysler a cercare fondi federali per un ammontare di 4 miliardi di dollari per rimanere a galla. Sotto la pressione dell’amministrazione Obama, la società ha chiesto la protezione dal fallimento nell’aprile 2009 ed è entrata in una partnership con la casa automobilistica italiana Fiat. Nel 2014, le due società sono diventate Fiat Chrysler Automobiles.